Le teorie cercano di spiegare e descrivere fenomeni specifici attraverso dei concetti che riflettono gli aspetti del mondo in modo ipotetico e sintetico. In psicoterapia ci sono tanti modelli teorici e orientamenti differenti a secondo le scuole di formazione.
I modelli principali sono:
Psicoanalitico-psicodinamico: comprendere il passato inconscio è importante per la crescita e per stare in salute; in questo modello l’io media gli istinti inconsci e i desideri di derivazione istintuale dell’es con l’istanza giudicante del Superio; in questo modello il terapeuta deve interpretare e rimanere neutro e la psicopatologia non è altro che la mancata risoluzione dei conflitti inconsci.
Umanistico-Esistenziale: ogni persona vive in un mondo proprio, soggettivo, fatto di significati personali e le esperienze soggettive non possono essere spiegate secondo modelli riduttivi e deterministici basato su pulsioni e difese (vedi psicoanalisi) o fondato su riflessi condizionati e/o su meccanismi elementari stimolo-risposta; in questo modello la fiducia è basato sull’unicità e la creatività dell’essere umano che possiede la motivazione all’auto-realizazione e il terapeuta deve essere empatico, rispettoso e cordiale. Il focus è sul qui ed ora e la psicopatologia è la fuga dall’angoscia esistenziale ed è legata al blocco della consapevolezza.
Modello Cognitivo- Comportamentale: ciò che è importante è come il soggetto interpreta e valuta gli eventi della vita, che significato gli dà, le sue aspettative e soprattutto i processi mentali che regolano la condotta umana, le attribuzioni di significato e l’elaborazione delle informazioni; In questo modello il terapeuta è direttivo, insegna tecniche per guidare il paziente al cambiamento dei modi di pensare e agire e correggere ciò che è disfunzionale. La psicopatologia è costituita da modi disfunzionali di valutare la realtà e gli eventi che si verificano.
Modello sistemico-familiare: ciò che è rilevante in questo tipo di modello è il contesto, non l’individuo isolato ma nel suo ambiente familiare e in interazione al proprio ecosistema familiare; la famiglia è intesa come sistema , l’attenzione è rivolta al contesto in cui si verifica il comportamento dell’individuo e al modo in cui ogni membro influenza gli altri ed è da questi influenzato. Il terapeuta è attiva ed è parte del sistema relazionale, mentre la psicopatologia è correlata ad una crisi del normale processo evolutivo e ad una mancata differenziazione di sé.
Modello bio-funzionale corporeo: la persona è un unità funzionale tra corpo e mente, si parte dal linguaggio del corpo ed è fondamentale leggere l’energia che parte dal corpo (gestualità, mimica, prossemica, respiro, armatura caratteriale). In questo modello il terapeuta ha un ruolo attivo e lavora sull’esperienza corporea cercando far fluire le emozioni bloccate nel corpo e sciogliere l’armatura corporea per poter riconquistare se stessi. La psicopatologia è legata alle tensioni muscolari usate come difese da emozioni represse e ad un mancato equilibrio tra carica e scarica energetica.
Modello Pluralistico Integrato: Secondo questo modello è fondamentale integrare teorie e tecniche di approcci diversi valutando in modo preciso le circostanze, il contesto specifico e il momento temporale del paziente. Ciò che è necessario è la libertà e autonomia del clinico che misura al momento la prassi più opportuna ed efficace per il paziente. Il terapeuta con flessibilità operativa elogia i contributi degli altri e cerca di integrare gli elementi comuni cercando di aiutare la persona ad esprimere in maniera assertiva i propri bisogni e fornendo esperienze emozionali correttive, riparative e ristrutturanti. La psicopatologia può essere legata a conflitti interni, interpersonali, difficoltà nel contattare i propri bisogni emotivi e resistenze nel creare legami di attaccamento funzionale.